Formazione aziendale: come orientarla ai reali bisogni

La formazione è uno degli investimenti più rilevanti per la crescita delle persone e il successo dell’organizzazione. Eppure, troppo spesso i piani formativi si rivelano poco efficaci, ripetitivi o mal allineati con ciò che davvero serve a dipendenti e manager. Il rischio è alto: risorse sprecate, partecipazione scarsa, competenze che non evolvono.

Il motivo principale? La mancanza di una lettura oggettiva e sistematica dei bisogni formativi. Per costruire percorsi di sviluppo realmente utili, serve partire da una base solida: la valutazione delle competenze. Solo così è possibile capire chi ha bisogno di cosa, con quali priorità e per quali obiettivi.

Dal catalogo alla personalizzazione: come cambia la formazione

Per anni la formazione aziendale si è basata su un’offerta “a catalogo”: corsi standard, uguali per tutti, ripetuti ciclicamente senza un reale aggiornamento. Questo approccio può funzionare su temi trasversali, ma non tiene conto della diversità di ruoli, livelli di competenza, aspettative e ambizioni all’interno dell’organizzazione.

In uno scenario in continua evoluzione, serve un cambio di prospettiva: passare dalla logica dell’offerta a quella della domanda. Questo significa capire quali sono i bisogni reali delle persone, rilevare i gap di competenza rispetto agli obiettivi aziendali, e costruire esperienze formative su misura.

Non si tratta solo di fare formazione, ma di fare quella giusta, alle persone giuste, nel momento giusto. E per farlo servono dati, non supposizioni.

I limiti della formazione “reattiva” e non misurata

In molte aziende, la formazione parte come reazione a un problema: una crisi, un cambiamento tecnologico, un feedback negativo. Ma formare “a posteriori” non sempre produce apprendimento di qualità. Spesso si interviene tardi, con strumenti generici o non calibrati, alimentando la percezione che la formazione sia solo un obbligo.

Un altro limite è l’assenza di strumenti per misurare il punto di partenza: se non sappiamo quali competenze le persone hanno già, è difficile definire obiettivi di sviluppo concreti. Evita gli errori più comuni nella valutazione delle competenze con questo approfondimento.

Una formazione efficace non è mai scollegata dalla realtà quotidiana delle persone: deve integrarsi nel flusso di lavoro, parlare la lingua dei ruoli aziendali e restituire valore concreto, anche nel breve termine.

Competence-based learning: un approccio guidato dai dati

Il modo più efficace per orientare la formazione ai bisogni reali è adottare un approccio competence-based, in cui ogni percorso parte da una valutazione oggettiva delle skill esistenti e delle esigenze di business.

Con strumenti strutturati di skill assessment, le aziende possono:

  • identificare i gap reali tra competenze attuali e attese;
  • mappare i fabbisogni a livello individuale, di team e di funzione;
  • evitare sprechi formativi e duplicazioni;
  • creare percorsi personalizzati, legati agli obiettivi di performance;
  • monitorare l’evoluzione delle competenze nel tempo.

Questo approccio consente di trasformare la formazione da costo fisso a leva strategica, perché indirizza ogni investimento verso risultati misurabili. Scopri come una valutazione solida può migliorare l’efficacia dell’upskilling e del reskilling.

Coinvolgere i manager per allineare business e apprendimento

Un altro elemento chiave per rendere la formazione davvero orientata al bisogno è il coinvolgimento attivo dei manager. Sono loro a conoscere le sfide dei team, a osservare i comportamenti quotidiani e a intercettare segnali di crescita o di difficoltà.

I manager dovrebbero diventare partner attivi dei processi formativi, non semplici “sponsor” o intermediari. Per riuscirci, è fondamentale fornire loro strumenti per leggere i dati sulle competenze, orientare il feedback e co-progettare i percorsi di sviluppo.

Quando formazione e performance si parlano, il valore percepito cresce. E con esso, anche l’engagement delle persone. Scopri come rendere le performance review più concrete grazie ai dati sulle competenze.

Formazione su misura come leva di engagement e retention

In un mercato in cui trattenere i talenti è sempre più complesso, la formazione può diventare un elemento chiave per aumentare l’engagement e ridurre il turnover. Ma questo accade solo quando viene percepita come utile, personalizzata e coerente con le aspirazioni delle persone.

Al contrario, percorsi generici e non allineati ai bisogni reali rischiano di essere vissuti come tempo sprecato o mero adempimento.

Quando la formazione parte da una valutazione oggettiva delle competenze, il messaggio che arriva al dipendente è chiaro: “ti conosciamo, sappiamo dove puoi crescere e vogliamo supportarti”. Questo rafforza la motivazione, stimola l’autoefficacia e contribuisce a costruire una cultura aziendale in cui la crescita è concreta e accessibile (se vuoi saperne di più, puoi anche leggere l’approfondimento “come l'assessment delle competenze favorisce la retention del personale”).

Perché formare in modo mirato non significa solo sviluppare competenze, ma anche coltivare relazioni di fiducia tra persona e organizzazione.

Skillvue: formare in modo intelligente, partendo dai dati

Skillvue aiuta le aziende a costruire piani formativi realmente personalizzati, grazie a strumenti di valutazione che permettono di rilevare competenze in modo oggettivo, rapido e personalizzabile. Gli Skill Assessment Agent, basati su intelligenza artificiale, restituiscono una fotografia chiara e comparabile delle competenze tecniche e trasversali, utile per progettare percorsi di sviluppo continuo.

Attraverso dashboard intuitive, insight aggregati e test customizzabili, Skillvue consente di integrare la formazione nei processi HR e manageriali, trasformandola in uno strumento di crescita concreta, misurabile e strategica.

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