Nel mondo delle risorse umane moderno, la selezione dei candidati, fin dalle primissime fasi, non può più basarsi solo sulle impressioni soggettive o sulle esperienze dichiarate. È necessario andare fin da subito più a fondo, analizzando i comportamenti reali e le competenze in possesso di una persona. In questo contesto, le interviste comportamentali si sono affermate come uno degli strumenti più efficaci per valutare la compatibilità dei candidati con una posizione.
Condurre un’intervista comportamentale in modo corretto richiede metodo, capacità di ascolto e una struttura chiara. Vediamo come impostare un colloquio che permetta di ottenere informazioni davvero utili per prendere decisioni di selezione più consapevoli.
Un’intervista comportamentale è una tecnica di colloquio strutturata che si concentra sulle esperienze passate del candidato per prevedere il suo comportamento futuro in situazioni lavorative simili.
A differenza dei colloqui tradizionali, in cui spesso si chiedono opinioni o risposte ipotetiche, l’intervista comportamentale esplora episodi reali: "Mi racconti di una volta in cui..." o “Cosa farebbe se si trovasse in una situazione in cui…” sono alcune tipiche formule di apertura.
L'obiettivo non è capire cosa il candidato pensa di poter fare, ma osservare come ha agito realmente in passato e come agirebbe in futuro, analizzando quali competenze vengono messe in campo e con quale risultato.
La chiave per condurre un’intervista comportamentale efficace è una preparazione accurata. Prima del colloquio, è fondamentale:
Strutturare in anticipo una scaletta di domande permette di mantenere il colloquio fluido ma mirato, evitando dispersioni.
Durante l'intervista, è utile guidare il candidato a rispondere seguendo il modello STAR, che aiuta a raccogliere tutte le informazioni necessarie in modo strutturato:
Se il candidato tende a essere vago o poco preciso, il recruiter deve intervenire con domande di approfondimento per ottenere risposte più complete e dettagliate.
Durante un’intervista comportamentale, il recruiter non deve limitarsi a porre domande. Deve saper ascoltare attivamente, cogliendo sia ciò che viene detto, sia il modo in cui viene detto. Osservare elementi come:
aiuta a comprendere più a fondo non solo le competenze, ma anche il mindset del candidato. Un ascolto superficiale rischia di perdere segnali importanti, mentre un ascolto attento permette di andare oltre le parole e valutare l’autenticità e l’efficacia dei comportamenti descritti.
Una volta raccolte le informazioni, è importante valutare ogni risposta in modo il più possibile oggettivo. Non basta basarsi su una sensazione positiva o negativa: serve confrontare il comportamento descritto con i criteri di successo definiti per il ruolo.
Alcuni aspetti da considerare nella valutazione sono:
Utilizzare una griglia di valutazione standardizzata aiuta a mantenere coerenza nel giudizio e a ridurre i rischi di bias inconsapevoli.
Anche nelle interviste comportamentali più strutturate possono emergere alcuni errori comuni. Tra i principali:
Condurre interviste comportamentali efficaci richiede competenza, preparazione e un forte orientamento all'ascolto. Quando ben gestita, questa tecnica consente di andare oltre le apparenze e valutare il reale potenziale dei candidati, migliorando la qualità delle assunzioni e riducendo i rischi di mismatch.
In un mondo del lavoro che cambia rapidamente, integrare l’approccio comportamentale con strumenti di analisi scientifica delle competenze rappresenta la chiave per costruire team resilienti, dinamici e orientati alla crescita.
Per potenziare ulteriormente i processi di selezione, piattaforme come Skillvue offrono soluzioni avanzate che mettono la tecnologia a supporto della realizzazione di interviste comportamentali strutturate su larga scala, contribuendo a rendere ogni decisione di recruiting più informata ed efficace in una frazione del tempo normalmente richiesto al recruiter con un approccio tradizionale.