Come condurre interviste comportamentali efficaci.

Irene Cassanmagnago
Irene Cassanmagnago
Marketing Team

Nel mondo delle risorse umane moderno, la selezione dei candidati, fin dalle primissime fasi, non può più basarsi solo sulle impressioni soggettive o sulle esperienze dichiarate. È necessario andare fin da subito più a fondo, analizzando i comportamenti reali e le competenze in possesso di una persona. In questo contesto, le interviste comportamentali si sono affermate come uno degli strumenti più efficaci per valutare la compatibilità dei candidati con una posizione.

Condurre un’intervista comportamentale in modo corretto richiede metodo, capacità di ascolto e una struttura chiara. Vediamo come impostare un colloquio che permetta di ottenere informazioni davvero utili per prendere decisioni di selezione più consapevoli.

Che cos'è un'intervista comportamentale

Un’intervista comportamentale è una tecnica di colloquio strutturata che si concentra sulle esperienze passate del candidato per prevedere il suo comportamento futuro in situazioni lavorative simili.

A differenza dei colloqui tradizionali, in cui spesso si chiedono opinioni o risposte ipotetiche, l’intervista comportamentale esplora episodi reali: "Mi racconti di una volta in cui..." o “Cosa farebbe se si trovasse in una situazione in cui…” sono alcune tipiche formule di apertura.

L'obiettivo non è capire cosa il candidato pensa di poter fare, ma osservare come ha agito realmente in passato e come agirebbe in futuro, analizzando quali competenze vengono messe in campo e con quale risultato.

Come preparare un'intervista comportamentale

La chiave per condurre un’intervista comportamentale efficace è una preparazione accurata. Prima del colloquio, è fondamentale:

  • definire le competenze chiave che si vogliono valutare in relazione al ruolo da coprire. Leadership, problem solving, capacità di lavorare in team, gestione dello stress sono solo alcuni esempi di competenze comportamentali fondamentali;
  • preparare domande mirate che invitino il candidato a raccontare episodi specifici. Domande come "Mi parli di un progetto particolarmente complesso che ha gestito" o "Racconti di una situazione in cui ha dovuto risolvere un conflitto con un collega" sono ottimi punti di partenza;

Strutturare in anticipo una scaletta di domande permette di mantenere il colloquio fluido ma mirato, evitando dispersioni.

La metodologia STAR: uno strumento per analizzare le risposte

Durante l'intervista, è utile guidare il candidato a rispondere seguendo il modello STAR, che aiuta a raccogliere tutte le informazioni necessarie in modo strutturato:

  • Situation (Situazione): il contesto in cui si è svolto l'evento;
  • Task (Compito): quale era l'obiettivo o il compito da svolgere;
  • Action (Azione): cosa ha fatto concretamente il candidato;
  • Result (Risultato): quali risultati sono stati ottenuti grazie alle sue azioni.

Se il candidato tende a essere vago o poco preciso, il recruiter deve intervenire con domande di approfondimento per ottenere risposte più complete e dettagliate.

L'importanza dell'ascolto attivo

Durante un’intervista comportamentale, il recruiter non deve limitarsi a porre domande. Deve saper ascoltare attivamente, cogliendo sia ciò che viene detto, sia il modo in cui viene detto. Osservare elementi come:

  • la chiarezza nell’esposizione;
  • la coerenza narrativa;
  • la capacità di assumersi la responsabilità delle proprie azioni;
  • l'attitudine a riconoscere successi e insuccessi;

aiuta a comprendere più a fondo non solo le competenze, ma anche il mindset del candidato. Un ascolto superficiale rischia di perdere segnali importanti, mentre un ascolto attento permette di andare oltre le parole e valutare l’autenticità e l’efficacia dei comportamenti descritti.

Come valutare le risposte

Una volta raccolte le informazioni, è importante valutare ogni risposta in modo il più possibile oggettivo. Non basta basarsi su una sensazione positiva o negativa: serve confrontare il comportamento descritto con i criteri di successo definiti per il ruolo.

Alcuni aspetti da considerare nella valutazione sono:

  • pertinenza della situazione descritta rispetto al contesto lavorativo atteso;
  • complessità delle sfide affrontate;
  • presenza nelle risposte di determinati indicatori comportamentali;
  • risultati concreti ottenuti;
  • modalità di interazione con colleghi, clienti o superiori.

Utilizzare una griglia di valutazione standardizzata aiuta a mantenere coerenza nel giudizio e a ridurre i rischi di bias inconsapevoli.

Errori da evitare nelle interviste comportamentali

Anche nelle interviste comportamentali più strutturate possono emergere alcuni errori comuni. Tra i principali:

  • accettare risposte vaghe o teoriche: è fondamentale insistere su esempi concreti, evitando che il colloquio si trasformi in un dialogo astratto;
  • interrompere troppo spesso: lasciare spazio al candidato di raccontare senza interruzioni permette di raccogliere informazioni più complete;
  • focalizzarsi solo sui successi: è importante esplorare anche gli insuccessi e gli ostacoli affrontati, per capire come il candidato reagisce alle difficoltà;
  • confondere la simpatia con la competenza: il rischio di lasciarsi influenzare da affinità personali è sempre presente. Per questo la valutazione deve essere ancorata ai comportamenti descritti e ai risultati ottenuti.

Condurre interviste comportamentali efficaci richiede competenza, preparazione e un forte orientamento all'ascolto. Quando ben gestita, questa tecnica consente di andare oltre le apparenze e valutare il reale potenziale dei candidati, migliorando la qualità delle assunzioni e riducendo i rischi di mismatch.

In un mondo del lavoro che cambia rapidamente, integrare l’approccio comportamentale con strumenti di analisi scientifica delle competenze rappresenta la chiave per costruire team resilienti, dinamici e orientati alla crescita.

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