Non è un segreto, ormai, che le competenze organizzative e gestionali siano diventate una delle priorità assolute nella ricerca dei recruiter.
Ciò che il mondo del lavoro richiede non è più solo “un buon curriculum”, ma portafogli di competenze sempre più complessi, interdipendenti e specializzati.
Pensa che uno studio pubblicato su Nature Human Behaviour ha analizzato 70 milioni di transazioni di lavoro e ha mostrato che le competenze più avanzate e specifiche si costruiscono sempre su una base di competenze più generali, tra cui rientrano proprio capacità organizzative, gestionali e sociali.
Non solo: le competenze che si collocano in questa “struttura nidificata” sono associate a premi salariali più alti, percorsi di carriera migliori e a un minor rischio di automazione.
Se ti occupi di recruiting, queste considerazioni hanno una conseguenza molto pratica: quando valuti un profilo, non stai solo controllando se possiede le competenze tecniche richieste dal ruolo. Al contrario, stai cercando di capire se il candidato ha quelle competenze professionali “di base” (organizzative, gestionali, relazionali) che gli permetteranno di crescere, assumere responsabilità, coordinare persone e processi e costruire un percorso che non lo lasci bloccato in ruoli facilmente sostituibili.
In questo articolo vedremo cosa sono davvero le competenze organizzative e gestionali nel curriculum, perché sono centrali nelle decisioni di selezione, come riconoscerle, quali frasi ed esempi possono aiutarti a valutarle e come strumenti HR Tech come Skillvue possono supportare una valutazione più oggettiva e uno sviluppo strutturato nel tempo.
Quando si parla di competenze organizzative o competenze gestionali, si tende spesso ad aggregarle sotto il termine “soft skills” senza andare oltre, ma il significato di ciascuna è più ampio e molto più operativo.
Si tratta di competenze professionali ibride, che uniscono due dimensioni complementari:
Queste due tipologie di competenze raccontano molto di una persona: descrivono come un candidato lavora, come si organizza e come gestisce responsabilità e relazioni.
In particolare, per competenze organizzative intendiamo la capacità di gestire in modo strutturato attività, priorità e flussi di lavoro, garantendo efficienza, ordine e continuità operativa.
Sono competenze che rispondono a domande come:
Riguardano quindi la gestione dei processi, non delle persone.
Per competenze gestionali, invece, intendiamo la capacità di coordinare persone, prendere decisioni, distribuire responsabilità e facilitare la collaborazione.
Sono competenze che puoi analizzare per rispondere a queste domande:
Possiamo dire, quindi, che riguardano la gestione delle persone e delle dinamiche di team, anche in assenza di un ruolo formale da manager.
Le competenze organizzative, insieme alle capacità tecniche e alle competenze comunicative e interpersonali, sono ciò che permette alle persone di lavorare meglio, più velocemente e con meno attriti. Le evidenze lo confermano:
Dopo aver definito cosa sono, vediamo quali competenze organizzative e gestionali risultano oggi più rilevanti nei processi di selezione.
Questa è probabilmente la competenza organizzativa più universalmente richiesta. Compare spesso nel CV, ma raramente è descritta in modo concreto.
Se devi selezionare un professionista, il vero segnale da individuare è la capacità di stimare correttamente il tempo, prevedere criticità e rispettare le consegne anche in presenza di variabili esterne.
Esempio pratico:
Un candidato che racconta di aver gestito un progetto multi-team, consegnato entro la deadline nonostante cambi di requisiti, dimostra un mix di:
Questa combinazione indica sicuramente maturità operativa, una delle capacitàe gestionali più utili all’interno di un’azienda (e di cui consigliamo di tener conto).
Tra le competenze professionali più utili in ambito gestionale e organizzativo c’è sicuramente l’abilità di pianificazione.
In questo caso, si intende la capacità di tradurre un obiettivo generale in attività ordinate, sequenziali e con priorità chiare.
Esempio pratico:
Un account manager che riorganizza il flusso di lavoro del team introducendo momenti brevi di allineamento, check settimanali e un sistema condiviso per monitorare le richieste dei clienti:
Parlando di competenze gestionali ed esempi, questa è una delle più complesse.
Il primo principio da chiarire è che coordinare non significa “controllare”, ma armonizzare persone e attività per arrivare a un risultato comune. Senza coordinamento, la complessità organizzativa si blocca.
Possiamo dire che si tratta della capacità che trasforma un buon esecutore in una figura capace di far avanzare un intero processo.
Esempio pratico:
Un candidato che racconta di aver coordinato un progetto trasversale tra HR, Finance e IT dimostra di saper gestire gli stakeholder, un’ottima abilità comunicativa e una visione end-to-end del processo.
Le aziende cercano persone che non rimangano bloccate quando qualcosa va storto.
Il problem solving organizzativo è un modo strutturato di affrontare problemi ed è una delle skills più apprezzate e ricercate in assoluto, soprattutto in un momento storico di grande cambiamento come quello che stiamo vivendo.
Esempio pratico:
Un candidato che ha affrontato una criticità (ritardo fornitore, errore tecnico, assenza improvvisa di una risorsa) e ha:
dimostra una competenza gestionale altamente spendibile, in particolare nei contesti non lineari.
La capacità di gestire riunioni in modo efficace e di facilitare il lavoro dei team è diventata una delle capacità gestionali più strategiche negli ultimi anni, soprattutto in contesti ibridi o full-remote.
Oggi le riunioni sono veri e propri snodi operativi che determinano la velocità, la qualità e la chiarezza del lavoro di un team.
Non ci sorprende sapere che le riunioni gestite male sono una delle maggiori cause di mancata produttività per un team.
Al contrario. una riunione gestita bene, invece, diventa un moltiplicatore di produttività, perché permette di allineare rapidamente le persone, chiarire responsabilità e aspettative e migliorare la collaborazione.
Per questo, nella valutazione dei candidati, la facilitation è una delle capacità gestionali emergenti più rilevanti: chi sa gestire una riunione è spesso già predisposto alla gestione di un team o di un processo più complesso.
Non a caso, molte organizzazioni vedono la facilitation come un primo indicatore di leadership potenziale.
Esempio pratico:
Un candidato mostra competenze gestionali evolute quando dimostra di:
Tra tutte le competenze gestionali, quello della delega efficace è probabilmente uno degli aspetti più difficili da apprendere e uno dei più rivelatori del potenziale manageriale di una persona.
Delegare vuol dire assegnare responsabilità in modo strategico, affinché il team lavori meglio, cresca e diventi più autonomo.
È una competenza che richiede consapevolezza del contesto, conoscenza delle persone e capacità di bilanciare controllo e fiducia. E soprattutto, è una skill che distingue immediatamente un collaboratore operativo da un professionista capace di gestire altre persone.
Esempio pratico:
Un professionista dimostra una delega efficace quando racconta di aver:
Valutare competenze organizzative e gestionali in modo oggettivo è complesso: capita spesso di basarsi solo su ciò che il candidato dichiara nel CV o su impressioni ricavate durante il colloquio.
Ma queste competenze, proprio perché ibride, comportamentali e situazionali, richiedono strumenti che permettano di misurarle per davvero, riducendo bias e rendendo la comparazione tra candidati più affidabile.
Skillvue risponde proprio a questa esigenza.
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Il risultato è una valutazione comparabile, oggettiva e libera da bias, con insight chiari su punti di forza e aree di sviluppo di ogni candidato.
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